Nagasaki, 1945.
Un ragazzo con in spalla il fratellino morto nel
bombardamento atomico, attende il suo turno per far cremare il corpicino
senza vita. L’obiettivo del fotografo statunitense Joseph Roger
O’Donnell fissò, nel vivido realismo del bianco e nero, quel momento
insieme drammatico e composto. Un’immagine che, a distanza di oltre
settant’anni, scuote ancora le coscienze. E che ha colpito molto Papa
Francesco, il quale ha voluto farla riprodurre su un cartoncino,
accompagnandola con un commento eloquente: «...il frutto della guerra»,
seguito dalla sua firma autografa. La breve didascalia in spagnolo
stampata in calce suggerisce una chiave di lettura essenziale della
foto, sottolineando in particolare la dignitosa sofferenza del
bambino che ha perso il fratello: sofferenza che si percepisce appena
dall’espressione delle labbra, che egli si morde fino a farle
sanguinare..
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